CSRD: Obblighi, Opportunità e Novità dal Pacchetto Omnibus
La Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD – 2022/2464), entrata in vigore il 5 gennaio 2023, ha segnato un cambio di paradigma per migliaia di aziende europee rendendo la sostenibilità non più un’opzione, ma una leva strategica di compliance, competitività e reputazione.

L’obiettivo della CRSD è quello di fornire chiarezza per aiutare investitori, analisti, consumatori e altri stakeholder a valutare meglio le prestazioni di sostenibilità delle aziende dell’UE, nonché gli impatti e i rischi aziendali correlati. Introdotta come parte del Pacchetto Finanza Sostenibile della Commissione Europea, la CSRD mirava ad ampliare notevolmente la platea dei soggetti obbligati, la divulgazione in materia di sostenibilità e i requisiti di rendicontazione della precedente direttiva NFRD (Non-Financial Reporting Directive), che coinvolgeva circa 11 mila aziende in Europa (di cui 220 circa in Italia).
Il Pacchetto Omnibus e la Direttiva “Stop the Clock”
A fine febbraio 2025, è stato presentato il pacchetto Omnibus alla Commissione Europea, pensato per semplificare la normativa europea in materia di sostenibilità e ridurre il carico amministrativo per le imprese, soprattutto in fase di rendicontazione.
All’interno del pacchetto Omnibus, il 17 aprile 2025, è stata approvata solo la direttiva “Stop the clock”, che introduce un rinvio di due anni per alcune categorie di imprese, al fine di alleggerire gli oneri burocratici e rendere più sostenibile (a livello operativo) l’implementazione degli obblighi di rendicontazione ESG. Questa direttiva dovrà essere recepita in Italia entro il 31 dicembre 2025.
In conclusione, il perimetro di applicazione della CSRD è stato ridotto e gli obblighi posticipati, tuttavia, le sue finalità restano intatte: assicurare trasparenza, comparabilità e affidabilità nei dati ESG delle imprese, in risposta alle crescenti richieste di investitori, clienti, istituti di credito e stakeholder pubblici.
Le implicazioni per le PMI

Anche se l’obbligo formale per alcune imprese è stato rinviato, diverse imprese rimangono obbligate (es. imprese precedentmente soggette a NFRD) e le richieste del mercato non si sono fermate. La CSRD non riguarda solo le imprese che sono o saranno sottoposte all’obbligo di redigere il Report (o Bilancio) di Sostenibilità ma anche tutte le imprese che rientrano nelle loro catene del valore. Questo perché il Report deve includere anche informazioni sui fornitori e sulle loro attività per il rispetto dei criteri ESG.
La compatibilità di un fornitore con gli obblighi della CSRD è un fattore decisivo per la sua competitività.
Perché agire ora?
La sostenibilità è diventata un linguaggio comune tra chi fa impresa. Disporre di un report strutturato secondo gli standard europei per le Piccole e Medie imprese che lo redigono su base volontaria (Voluntary Small Medium Enterprises – ESRS), può fare la differenza tra essere selezionati o esclusi da un’opportunità.
Oggi, sempre più:
- clienti corporate inseriscono requisiti ESG nelle gare e nei contratti di fornitura;
- banche e investitori integrano metriche ESG nei criteri di concessione del credito;
- pubbliche amministrazioni adottano criteri ambientali nei bandi;
- talenti e collaboratori scelgono aziende con un impegno concreto verso la sostenibilità.
Il nostro supporto
Arepo ESG Strategy accompagna le imprese nella lettura strategica e operativa della CSRD, aiutandole a:
- comprendere le scadenze normative effettive per la propria impresa e delle imprese clienti;
- capire come le richieste normative o del mercato possono avere un impatto (positivo o negativo) sul business dell’azienda;
- valutare le azioni strategiche mettere in atto per non essere esclusi dalla filiera europea;
- definire un piano progressivo di rendicontazione ESG;
- redigere il Report di Sostenibilità in linea con i VSME-ESRS

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